Il Museo MeCrì è iniziato con il sogno di una signora ottantenne di realizzare uno spazio espositivo in memoria del padre Aldo Crivelli, famoso archeologo, scrittore e pittore ticinese. Il progetto è stato concepito nel 2012 secondo un processo a tappe. La prima fase è stata conclusa nel 2014, con la ristrutturazione di un edificio esistente nel nucleo di Minusio e il relativo cambiamento di destinazione d’uso, da residenza a museo (cfr. Museo MeCrì). La seconda fase prevedeva la costruzione di un nuovo edificio con funzione culturale, per il quale è stato adattato il Piano regolatore particolareggiato in vigore: un interessante caso d’interazione tra architettura e pianificazione del territorio, così come tra progettista, autorità politica locale e cantonale. L’ampliamento è stato concluso nel corso del 2016.
L’ampliamento è concepito come un “padiglione” espositivo che riprende aspetti formali e volumetrie caratteristiche dei nuclei locali. In questo senso il ruolo del contesto in cui è inserito ha giocato un ruolo fondamentale ed il progetto cerca di dialogare con le preesistenze.
I muri di cinta originari che delimitano il mappale d’intervento sono lasciati intonsi: si tratta di elementi tutelati a livello locale, e quindi non modificabili, nonostante la precarietà che li contraddistingue. L’intervento si pone in relazione con essi, andando a riprenderne altezza e lunghezza originarie; viene ripristinata così una nuova cinta muraria, nel rispetto della memoria delle preesistenze, quando i muri in sasso cederanno definitivamente.
La materialità del muro che cinge la corte interna e lo spazio espositivo è in beton lavato: un espediente che permette agli inerti di affiorare in superficie e di creare un’unità formale con i muri in sasso perimetrali e di inserirsi armoniosamente nel contesto del nucleo storico.
Un aspetto ricercato anche nell’uso del materiale della copertura: un granito locale (Maggia) quale rivestimento, posato a liste orizzontali e in controvena, rivela il suo spessore e richiama le piode dei tetti degli insediamenti vicini. Un lucernario di nove metri corona l’edificio, un finale o “attacco al cielo” che enuncia il carattere non abitativo della costruzione e parimenti dona allo spazio interno un’atmosfera mistica e suggestiva, al servizio dell’arte.
Dati
Cliente . Sig.ra Merlini Crivelli Ilaria
Volume . 230 mc
Surface . 45 mq
Crediti
Progettazione . Matteo Inches, Nastasja Geleta, Tommaso Pareschi
Fotografie . Simone Bossi
Premi
Premio >> best architects 18 <<
Architizer A+ Award 17 . Menzione